Questa è un’avventura che profuma di vino, tradizione e un pizzico di magia natalizia.

Siamo nel cuore dell’Irpinia, precisamente a Sorbo Serpico, Località Cerza Grossa, dove ho avuto il piacere di visitare Tenute Capaldo.

Diciamocelo, chi non ama un po’ di esplorazione enogastronomica durante le feste?

E se aggiungiamo una cantina moderna con un tocco orientale progettata dall’architetto giapponese, Hikaru Mori, il gioco è fatto.

Piccolo chiarimento, Tenute Capaldo è una famiglia, è un progetto di ampio respiro che vuol dire Feudi di San Gregorio – effettivamente la cantina che ho visitato; DUBL, lo spumante campano metodo classico; Campo alle Comete, a Bolgheri; Basilisco, nel Vulture; Sirch, nei Colli Orientali del Friuli.

Il viaggio per chi arriva da Napoli è lungo, ma può essere abbinato tranquillamente alla scoperta del territorio circostante.

Visto che la prima impressione è quella che conta, c’è da dire che l’ingresso, proprio a partire dall’accesso dalla strada è d’impatto. Un gioco di porte automatiche in rame (forse) e questo fantastico giardino. In più il personale è cordiale, ma professionale, e mette a proprio agio.

L’enoteca è un vero gioiello: uno spazio accogliente ed elegante, con ripiani stracolmi di bottiglie che non troverete facilmente altrove. Ogni angolo nasconde un piccolo tesoro, dai vini rari ai prodotti locali direttamente dall’orto di Borgo San Gregorio. Diciamo che qui appena si tocca o si cita qualcosa, è necessario aprire una parentesi. Borgo San Gregorio è un microcosmo autosufficiente fatto di un orto, una cantina, ospitalità, e ristorante, su cui tornerò.

La visita alla cantina è stata un’esperienza sensoriale unica. Ogni angolo era curato nei minimi dettagli.

Tenute CapaldoLa degustazione invece si svolge in una sala ad anfiteatro, chiamata appunto Teatro del Vino. Perfetta per l’ascolto e per degustare e parlare con il proprio accompagnatore. Abbiamo iniziato la degustazione con Greg, rosato leggero perfetto per un aperitivo; Cutizzi, Greco di Tufo Riserva; Serpico, Aglianico Doc affinato in barrique, e infine DUBL. 4 vini, 4 storie, 4 sensazioni diverse, ma ne riparleremo.

La vera ciliegina sulla torta è stato il pranzo al ristorante San Gregorio, appunto. Pochi piatti in carta, ma ognuno studiato nei minimi dettagli per esaltare le specialità locali. La genovese era semplicemente divina.

Momento consigli: meglio organizzare la visita in una giornata di bel tempo per poter godere del giardino esterno e del panorama sulle vigne. Dicembre è freddo, ma niente che non si possa risolvere con un buon bicchiere di vino. Ristorante tappa obbligata che unisce esperienza vino alla scoperta del territorio anche dal punto di vista gastronomico.

Tante wine experience qui.

Vinoloquio