Ad un tratto mi sento catapultata altrove, in un altro tempo. Mirabella Eclano potrebbe essere il nome di un personaggio letterario dalle virtù umanistiche, un’eroina tragica che combatte le ingiustizie della vita. O almeno è quello che mi ispira il suono di queste due parole, ma Mirabella Eclano non è nulla di tutto questo.
È in realtà un luogo, ma ha comunque qualcosa di poetico e letterario, poiché siamo nella culla della DOCG Taurasi, in Campania, dove nel 2001 nasce Quintodecimo.
Per celebrare la fine del #lockdown con un po’ di poesia, mi sono allora affidata alla nota cantina fondata dal professore Luigi Moio e Laura Di Marzio e in particolare a Exultet 2018.

Exultet è un Fiano di Avellino in purezza, delicato ed elegante. Uno tre vini bianchi di Quintodecimo. Giallo D’Arles e Via Del Campo sono gli altri due, prodotti rispettivamente con uve Greco di Tufo e Falanghina.
Il calice di Exultet è di un giallo luminoso che invoglia a gustarlo. Il naso è raffinato con evidenti note vegetali. Profuma di frutta gialla e acacia. Il sorso è fresco e minerale, con un finale avvolgente e morbido. È un bianco strutturato che si abbina magnificamente anche un pasto importante. Il costo della bottiglia si aggira intorno ai 35€. È un vino di pregio, perfetto per un’occasione speciale come questa.
La mia fase 2 è dunque iniziata con il piede giusto, all’insegna dell’eleganza con Exultet. E la vostra?
Post Scriptum: ho fantasticato su Mirabella Eclano e sui richiami letterari di questo nome, ma non posso non domandarmi: cosa vuol dire Exultet? Exultet è la prima parola dell’inno liturgico intonato ancora oggi nel corso della veglia pasquale. Per estensione, il termine è passato poi a indicare anche i manoscritti realizzati in lunghi rotoli di pergamena ed erano diffusi nell’Italia meridionale nel Medioevo. Il nostro in particolare deriva dall’Exultet di Mirabella Eclano in cui viene riportato anche un omaggio alle api.
