Mi ha fatto ricordare la mia maestra delle elementari. Anni ‘80 e capello cotonato. Allora ho anche rivisto per l’ennesima volta i Goonies, ma questa è un’altra storia.

La mia maestra delle elementari tutto garbo e suffisso –ino dominante: quadernino,righellino, pennino e quindi veniamo a malandrino.

Ma perché, mi sono chiesta, i signori dell’Azienda Agricola Luigi Cataldi Madonna hanno dato questo nome a un vino?
Googlando, il vocabolario
Treccani mi dà la risposta. Malandrino, tra le molteplici accezioni, sta a indicare “in tono scherzoso, ragazzo o giovane impertinente, ma vivace e simpatico”.

Ecco – ho pensato – il Malandrino 2012 è proprio così.

E’ un Montepulciano d’Abruzzo dal colore rosso rubino intenso, di pronta beva, facile e molto piacevole.
Non può invecchiare molto, certo, ma quel guizzo di freschezza riempie bocca e mente.
Frutti rossi, tannini di bella grana, ottima sapidità, fanno del Malandrino un vino da ricomprare visto anche il costo contenuto della bottiglia, 13-15 € circa.

Non fa legno, ma acciaio e cemento delle vecchie cisterne sapientemente recuperate. Segna per questo una svolta, dichiara l’azienda che si trova a Ofena (AQ) nel Forno d’Abruzzo, il piccolo altopiano a forma di anfiteatro, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Pronti a svoltare anche voi?