E’ stato un gran fracasso di calici (10€ cad.) quest’anno. Troppa enfasi nelle degustazioni oppure semplice distrazione. Poco importa, perché il Merano Wine Festival 2018 (MWF per gli amanti delle sigle), regge ancora bene dopo 27 anni di attività e per cinque giornate consecutive, dal 9 al 13 novembre.

Il cacciatore di vini Helmuth Köcher ha racchiuso al Kurhaus oltre 950 produttori, tra Italia e mondo; i francesi in prima linea con Champagne presi d’assalto e Sauternes finiti prima di cominciare.

Ma non soffermiamoci su cose già note, sul fatto che, checché se ne dica, resta una delle manifestazioni del vino più piene, o sull’offerta vinicola (qui i premiati). Non parliamo dell’organizzazione senza intoppi (del fatto che non piovesse mentre ero in fila, non posso attribuirne i meriti agli organizzatori ovviamente) o della struttura magica.

Parliamo invece delle novità di questa edizione (qui l’edizione 2017 e 2016).

Perché se il vino non fosse bastato, avreste potuto per esempio buttarvi su liquori, distillati e affini nella Spirits Experience Area. E’ proprio vero che la miscelazione è diventata un’arte (?).

Come tutti i Festival che si rispettino, c’è stato finalmente un “fuori salone”, The Circle. People, Lands, Experiences, per eventi, rilassarsi e bere qualcosa (ancora?); per i più vintage, invece, Tannico ha proposto il Double Decker, un bus a due piani stile anni ’60, trasformato in wine&cocktail bar…sì, si beve anche qui. Mi sembra inoltre che il bar abbia migliorato notevolmente i panini, ma credo fosse la fame a parlare.

Alla prossima edizione (che tra l’altro è stata già fissata: dall’8 al 12 novembre 2019)!

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P.S. a Milano si è tenuto il Milano Wine Festival, più o meno negli stessi giorni. Una scelta non proprio strategica. O forse lo era?

Love in a glass
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