Non si parla d’altro in queste settimane. È sulla bocca di tutti. Sui giornali, in TV, radio, al bar e anche dal parrucchiere. Il referendum costituzionale del 4 dicembre sta monopolizzando l’attenzione dell’opinione pubblica italiana tanto da oscurare persino il GF Vip (chi ha vinto poi?) e le inenarrabili gesta di Donald John Trump (o quasi).

Mi sono lasciata ispirare dall’attuale pensiero dominante nostrano e ne è venuta fuori una sintesi strampalata della XXVI edizione del Merano WineFestival 2016, l’appuntamento per eccellenza con il vino definito anche l’evento-guida nel panorama enologico nazionale, ma che strizza sempre più un occhio al mondo del food.

Come qualsiasi campagna elettorale impone, anche qui vige la par condicio.

10.000 i visitatori in 5 giorni di attività.

SI. Nessun particolare intoppo nella viabilità. Il pubblico femminile ha dimezzato il via vai nelle sale: era infatti tutto in fila al bagno.

Tutti i vini italiani (e qualcuno dal mondo) nelle sale del Kurhaus?

NO. Solo quelli a partire da un punteggio di 85.

Pioveva di brutto.

SI. All’imponderabile hanno rimediato con una apprezzatissima passerella coperta per la fila esterna. Il freddo bisogna tenerselo, purtroppo.

Fuori salone: speck e canederli sono il vostro piatto preferito.

NO, ma per qualche giorno si può rinunciare al cibo e soprattutto al ragù della nonna.

Un’impagabile toccasana sono però le Terme di Merano. Lasciate pure a casa i costumi, qui vi vogliono come mamma vi ha fatto.

Tante le novità.

SI. Tra le altre, Gourmet Arena, Charity Wine Masterclasses, Catwalk Champagne, nuovo sito internet.

Bio&dynamica, un successo?

NO. Almeno non proprio, si può fare di più.

Il meglio del meglio.

SI. Per gli amanti, intenditori, persone del settore e non, il Merano WineFestival è un’occasione unica per conoscere da vicino un’importante fetta del panorama enologico italiano. E non solo.

Il biglietto, un acquisto di impulso.

NO. Sono tuttavia euro ben spesi e fanno naturalmente selezione alla porta.

Quella è una sputacchiera?

SI, ma anche NO. Signori, un po’ di eleganza almeno se proprio dovete sputare.